I consigli – Tumore del pene
A cura del Dr. Andrea Salonia
urologo e andrologo, direttore di URI-Urological Research Institute dell’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano
Il tumore del pene è raro e presenta un’incidenza di 1 nuovo caso su 100000 maschi per anno in Europa; in Italia tale incidenza si aggira intorno a 0.7 su 100000. L’età di presentazione più comune è attorno ai 60 anni nei Paesi sviluppati e 50 anni nei paesi in via di sviluppo.
Quali sono i fattori di rischio più frequentemente associati alla comparsa del tumore del pene?
- Il fattore eziologico più comunemente associato al pene è rappresentato dalla scarsa igiene personale, soprattutto in presenza di una fimosi. Infatti, sembrerebbe che l’accumulo di smegma al di sotto di una pelle del prepuzio fimotico – cioè che ricopre il glande senza permettere che si scopra agevolmente o proprio per nulla – possa portare a un’infiammazione cronica e quindi a un più facile sviluppo del seppur raro carcinoma del pene.
Altri fattori di rischio nello sviluppo del k pene sono
- avere molteplici partner sessuali;
- le infiammazioni croniche peniene come la balanopostite, correlata o meno alla presenza di una fimosi;
- la balanite xerotica obliterans (lichen sclerosus);
- la infezione da virus del papilloma (soprattutto nei ceppi HPV 16 e 18), con associata o meno condilomatosi acuminata
- il fumo di sigaretta
- un basso status socio-economico, soprattutto per un maggior rischio di scarsa igiene personale
Quale tipo di tumore del pene si può manifestare?
Nel 95% dei casi il tumore al pene è un carcinoma squamocellulare, che compare in ordine di frequenza di presentazione a livello del glande, del prepuzio e dell’asta. Vi sono una serie di lesioni che sporadicamente sono associate a questo tipo di tumore come i corni cutanei, la leucoplachia – una rara condizione che si vede per lo più in pazienti diabetici – le papule bowenoidi o il lichen sclerosus – una chiazza biancastra, meno elastica e idratata della cute circostante, che usualmente origina a livello del prepuzio o del glande coinvolgendo anche il meato.
Invece le lesioni precancerose che in più di 1/3 dei casi evolvono in carcinoma scquamocellulare invasivo sono:
- la neoplasia intraepiteliale di III grado;
- il condiloma gigante che comporta delle lesioni a cavolfiore a livello del glande o del prepuzio (detto anche di Buschke-Löwenstein)
- l’eritroplasia di Queyrat, che si presenta come una lesione rossastra vellutata, con ulcerazioni coinvolgente di solito il glande
- la malattia di Bowen, un carcinoma in situ che coinvolge l’asta e si presenta come una placca rossa crostosa
- la malattia di Paget.
Come diagnosticare il tumore del pene?
Il tumore del pene si presenta con una lesione papillomatosa o ulcerata, che può gradualmente crescere e coinvolgere tutto il glande o l’asta del pene. L’esame obiettivo dovrebbe includere la palpazione del pene per definire l’estensione dell’invasione locale, e la palpazione del linfonodi inguinali. Purtroppo, in un 15-50% vi è un ritardo diagnostico, magari anche perché il paziente ha una fimosi che nasconde la lesione cancerosa, che può essere accompagnata da dolore, fuoriuscita di materiale, sintomi urinari irritativi e sanguinamento. La conferma diagnostica è data dall’esame istologico della lesione e il grado di estensione di malattia viene definito da una risonanza magnetica a livello dei corpi cavernosi.
Come si può fare prevenzione del tumore del pene?
La prevenzione prevede
- una corretta igiene personale;
- l’auto-ispezione del pene;
- un’asciugatura accurata della cute ogni volta che si urini o ci si lavi;
- la retrazione completa del prepuzio sul glande dopo la minzione
È importante anche evitare i fattori di rischio già noti: attenzione quindi al fumo di sigaretta e ai comportamenti sessuali che aumentano il rischio di contrarre infezioni da HPV o HIV. La circoncisione precoce riduce l’incidenza del tumore del pene di 3-5 volte, mentre quella effettuata in età adulta non ha effetti protettivi.
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